Fondazione e Origini (XIV secolo)

  • La Chiesa dell’Ascensione a Chiaia fu eretta nel XIV secolo, durante il regno di Roberto d’Angiò (1309-1343). Inizialmente, fu costruita in una zona paludosa, tanto da essere chiamata “Chiesa dell’Ascensione in plaga neapolitana” (dal latino plagia, che significa “spiaggia” o “zona costiera”).
  • Fu fondata da Niccolò di Alife (o Nicola Alunno d’Alife), Gran Cancelliere del re Roberto d’Angiò, e affidata all’Ordine dei Celestini, un ramo dell’Ordine Benedettino fondato da San Pietro Celestino (Papa Celestino V). Una lapide all’interno della chiesa commemora il suo fondatore.
  • La chiesa fu accompagnata da un convento annesso, anch’esso gestito dai Celestini.

Declino e Abbandono (XV-XVI secolo)

  • Nonostante le indulgenze concesse da Papa Clemente VI (1342-1352) e successivamente da Papa Urbano VI (1378-1389), la chiesa cadde in rovina tra il XV e il XVI secolo. Le condizioni della zona paludosa e la scarsa manutenzione contribuirono al degrado.
  • Il convento fu progressivamente abbandonato dai monaci Celestini, lasciando l’intero complesso in uno stato di decadenza fino all’inizio del XVII secolo.

Rinascita e Ricostruzione (XVII secolo)

  • Nel 1622, la chiesa fu oggetto di un importante intervento di rifacimento, finanziato da un ex voto del nobile portoghese Miguel Vaaz, Conte di Mola (noto anche come Michele Vaaz de Andrade). Vaaz, un ricco commerciante di grano, decise di ricostruire la chiesa come segno di gratitudine per l’ospitalità ricevuta dai Celestini.
    • Secondo la leggenda, il 3 maggio 1617 (vigilia dell’Ascensione), Vaaz sognò San Pietro Celestino che lo proteggeva. Il giorno seguente, sfuggì all’arresto ordinato dal viceré spagnolo, trovando rifugio nella chiesa per tre anni. Dopo essere stato assolto, promise di finanziare la ricostruzione.
  • I lavori di ricostruzione furono affidati al celebre architetto barocco Cosimo Fanzago, che completò il progetto nel 1645. Fanzago ridisegnò la struttura, conferendole l’aspetto attuale.
  • La chiesa fu dedicata a San Michele Arcangelo (in onore del nome di Vaaz), Sant’Anna (in onore della moglie del conte) e San Pietro Celestino, anche se il nome originario “Ascensione” fu mantenuto per tradizione.

Struttura Architettonica

  • La facciata della chiesa presenta un pronao con tre arcate su pilastri, in stile barocco, progettato da Cosimo Fanzago.
  • L’interno ha una pianta a croce greca (con bracci di uguale lunghezza), decorata con marmi policromi. L’abside rettangolare è sovrastata da una cupola, che fu successivamente modificata nel 1767 da Matteo Tramontano con materiali leggeri come pozzolana e lapillo, abbandonando la struttura originaria a costoloni.
  • Gli altari interni includono:
    • L’altare maggiore, realizzato nel 1738 da Aniello Gentile con marmi e lapislazzuli.
    • Due altari laterali, opera di Giuseppe Bastelli (1754).

Eventi Successivi (XVIII-XIX secolo)

  • Nel 1808, durante il regno di Gioacchino Murat e successivamente sotto i Borbone, l’Ordine dei Celestini fu sciolto. I beni dei Celestini, inclusa la chiesa, furono confiscati dallo Stato e l’edificio fu destinato a uso militare.
  • Nel 1850, l’Arcivescovo di Napoli riuscì a riottenere il controllo della chiesa, elevandola al rango di parrocchia. I fedeli chiesero di ripristinare il titolo originario, e la chiesa divenne nota come “Parrocchia dell’Ascensione di San Michele”.
  • Il convento annesso fu trasformato dai Borbone in una gendarmeria.

Stato Attuale

  • La chiesa si trova in Piazzetta Ascensione, nel quartiere Chiaia, ed è tuttora un luogo di culto attivo. Tuttavia, negli ultimi anni (almeno fino al 2023), è stata oggetto di lavori di restauro, con impalcature che hanno limitato l’accesso. Il parroco, Don Giuseppe Carmelo, ha raccolto circa mille firme per chiedere la ripresa dei lavori e la restituzione della chiesa ai fedeli.

Le Tele di Luca Giordano nella Chiesa

Luca Giordano (1634-1705), uno dei più celebri pittori barocchi napoletani, contribuì alla decorazione interna della Chiesa dell’Ascensione a Chiaia con due opere giovanili realizzate nel 1657, quando l’artista aveva solo 23 anni. Queste tele sono considerate tra i capolavori della sua carriera e rappresentano il motivo principale della notorietà della chiesa.

1. San Michele Arcangelo Sconfigge gli Angeli Ribelli

  • Ubicazione: Sopra l’altare maggiore.
  • Descrizione: Questa grande pala d’altare raffigura l’arcangelo Michele che combatte e sconfigge gli angeli ribelli guidati da Lucifero. La scena è dinamica e drammatica, tipica dello stile barocco di Giordano:
    • In alto, Dio Padre è rappresentato seduto su un trono, con lo scettro e la sfera terrestre, mentre scaccia Lucifero dal Paradiso.
    • Lucifero, simbolo del peccato d’orgoglio, è mostrato con un trono su cui è incisa la frase latina “Similis ero altissimo” (“Sarò simile all’Altissimo”), che rappresenta la sua ribellione.
    • San Michele, armato, contrasta Lucifero con la frase “Quis ut Deus?” (“Chi è come Dio?”), che è anche l’origine del suo nome.
    • Sullo sfondo, si vedono gli angeli fedeli che assistono alla scena.
  • Significato: L’opera illustra il conflitto cosmico tra il bene e il male, con San Michele come difensore dell’ordine divino. È considerata uno dei massimi raggiungimenti su tela di Luca Giordano, grazie alla sua composizione vigorosa e al contrasto tra luce e ombra.
  • Stato: La tela è ancora conservata nella sua posizione originale ed è uno dei principali punti di attrazione della chiesa.

2. Sant’Anna e la Vergine Bambina

  • Ubicazione: Sull’altare laterale destro.
  • Descrizione: Quest’opera raffigura Sant’Anna con la giovane Vergine Maria in un momento di tenerezza familiare. La scena è più intima e serena rispetto alla drammaticità della pala d’altare maggiore, con un uso morbido della luce e dei colori tipico dello stile giovanile di Giordano.
  • Significato: L’opera celebra la figura di Sant’Anna, madre della Vergine Maria, e riflette il tema della devozione familiare, in linea con la dedica della chiesa voluta da Miguel Vaaz.
  • Stato: Anche questa tela è ben conservata e rappresenta un esempio precoce della versatilità di Giordano nel trattare soggetti sia dinamici che contemplativi.

Contesto Artistico

  • Le due tele furono realizzate nel 1657, durante il completamento delle decorazioni interne della chiesa (iniziate dopo il 1645 sotto Cosimo Fanzago). Giordano, all’epoca un giovane artista emergente, dimostrò già una straordinaria padronanza tecnica e un gusto per il dinamismo barocco.
  • La collaborazione con la Chiesa dell’Ascensione a Chiaia segna una fase importante della carriera di Giordano, che in seguito divenne uno dei pittori più prolifici e influenti del Barocco europeo.

Altre Opere nella Chiesa

Oltre alle tele di Luca Giordano, la Chiesa dell’Ascensione a Chiaia ospita altre opere d’arte di valore:

  • Alfonso di Spigna: Autore della tela “San Pietro Celestino che rinuncia al papato” e, nel presbiterio, di “Agar nel deserto” e “Abramo e gli angeli”.
  • Giovan Battista Lama: Nella sacrestia si trovano quattro dipinti del 1730 circa, che illustrano le “Storie di San Pietro Celestino”.

Conclusione

La Chiesa dell’Ascensione a Chiaia è un gioiello storico e artistico di Napoli, con una storia che attraversa secoli di declino e rinascita. La sua importanza è legata non solo alla struttura barocca progettata da Cosimo Fanzago, ma soprattutto alle due tele di Luca Giordano, che rappresentano un vertice della pittura barocca napoletana. Queste opere, insieme alle altre decorazioni, rendono la chiesa un luogo di grande valore culturale e spirituale, nonostante le sfide legate alla sua conservazione negli ultimi anni.